Giorno memorabile, il 26 settembre 2010, per la Corale “Trebula” di Quadri.
Un salto di un metro del direttore Coccia Domenico e un boato da stadio dei coristi, alle ore 20 e 15, nell’Auditoriun “S. Agostino” di Atri, accoglievano, con il plauso sincero di tutti gli altri cori, la proclamazione del I classificato alla Prima Edizione del “Concorso Regionale Corale”.
Un riconoscimento prestigioso, sperato, ma forse non atteso, per prudenza ed umiltà, che ha ripagato i coristi del loro impegno e il M° Coccia del suo spirito di abnegazione.
Già altre volte la Corale, nella sua quarantennale attività, ha ricevuto premi e riconoscimenti per le sue esecuzioni, ma mai per giudizio di maestri del calibro di Fabrizio Barchi, Aldo Cicconofri e Walter Marzilli, i cui soli nomi “potrebbero far tremare un coro”, come osservato dal presidente dell’ARCA, Gianni Vecchiati, nella sua lettera di auguri inviata a tutti i partecipanti.
La nostra Corale ha concorso con altri sette cori nella sezione “Folklore”, mentre altre sette formazioni si sono confrontate nella sezione “Polifonia”.
Il coro di Quadri si è esibito per sesto. Una posizione che ha permesso di ascoltare quasi tutti gli altri prima della propria esibizione e che ha “caricato” il maestro e i coristi per poter tener testa agli altri gruppi, alcuni dei quali dotati di solida tecnica vocale e sonorità raffinata, forse fin troppo raffinata per potersi adattare alla naturalezza dei brani del folklore.
Il primo dei tre brani scelti dal direttore Coccia per l’esibizione è stato “Novantanove”, un omaggio alla città dell’Aquila.
Nel secondo, “Lamento di una vedova”, proposto nell’ormai famosa armonizzazione del maestro Vetuschi, la solista Raffaella D’Amico non si è lasciata tradire dall’emozione e, con un’interpretazione sentita, su una solida base armonica delle altre voci, ha cantato in modo convincente la disperazione della donna rimasta sola.
L’ultimo brano della terna è stato “Viva l’amore”, dall’operetta “Core me’” di Ferrara-Polsi, un’esplosione di ritmo, la cui esecuzione è stata definita dalla giuria “brillante” (tanto che il direttore non è riuscito a trattenere…gli occhiali, volati a terra nel momento dello stacco finale).
Della nostra Corale e della sua performance la commissione ha apprezzato soprattutto la chiarezza delle voci e il loro giusto equilibrio. Ha sottolineato l’uso appropriato e studiato del tamburello e del triangolo, nonché delle fisarmoniche. Infine, ha definito la direzione e tutta l’esecuzione coinvolgenti.
Ecco, quest’ultima nota della giuria probabilmente ha lusingato il presidente della Corale “Trebula”, don Antonio Mascio, più della vittoria stessa: il nostro coro ha sempre cantato per il piacere di farlo e per partecipare tale piacere agli altri. Non a caso è anche coro parrocchiale che “anima” le liturgie. Come potrebbe non coinvolgere quando canta, in modo giocoso o serio, la vita e le sue vicende? Come potrebbe non essere convincente quando canta “Viva l’amore”?
Lo fa anche ora, rendendo partecipi della propria soddisfazione e della propria felicità tutti, in special modo i quadresi che, fieri dei loro giovani, li hanno sempre sostenuti ed incoraggiati.